PICCOLE PRECISAZIONI
Ci risiamo: un governo Arrogante ed il Bossi torna con le sue sparate da leghista. Prima la bandiera, ricordate che qualche anno fa l’onorevole Bossi durante una delle feste principali della Lega a Venezia ha gridato ad una cittadina che aveva esposto la bandiera tricolore, “La butti nel cesso”, e i continui attacchi a Roma ladrona con la Lega che non perdona? E l’avercelo duro (però bisogna avere qualcosa da avere duro…) lo ricordate?
Oggi è nuovamente a Roma, come Ministro e nuovamente attacca la bandiera e l’Inno. Anzi quasi ci sputa sopra: alza il medio quando viene suonato. Ancora oggi, è un reato offendere la bandiera, sì lui dovrebbe stare dietro alle sbarre, invece, ce lo ritroviamo a fare il ministro, con che faccia tosta questo si permette di sputare nello stesso piatto in cui mangia? Insomma Roma ladrona, ma lo stipendio (lauto) che ti passa Roma te lo porti a casa. Perché quei soldi non li lasci a Roma, caro Bossi, e non ti fai pagare dai tuoi Leghisti del nord?
E poi l’ultimissima: l’Inno al Bossi non piace più, forse troppo sudista???
O forse troppi insegnati sudisti? Ma la guerra tra Nord e Sud (Guerra di Secessione 1861/1865) non è avvenuta qualche secolo fa in America?
O forse, come succede spesso al premier, è stato frainteso? Stava solo cercando di infilarsi le dita nel naso….
Ma la verità è che Bossi NON HA RISPETTO PER L’ITALIA E PER GLI ITALIANI
Anche AN e il Pli, naturalmente sollecitati dall’opposizione, hanno dovuto ammettere che il medio alzato di Bossi durante il nostro Inno, e gli insulti agli insegnanti meridionali sono TROPPO.
TROPPO anche per uno come lui.
Fini gli ha ricordato gli obblighi istituzionali che un ministro deve rispettare e quindi anche Bossi li deve rispettare. Fini continua: *"Giù le mani dall'unità nazionale". Il presidente della Camera usa parole nette. "Non ho difficoltà a dire - prende la parola Fini in un'aula rumoreggiante e dopo che Castagnetti (Pd) e Bocchino (Pdl) avevano già criticato e messo in mora il comportamento di Bossi - che quando si agisce in nome della Repubblica, nessuno, men che meno un ministro può permettersi di offendere il sentimento nazionale di cui anche l'inno fa parte".
*[pezzo preso da La Repubblica].
E bravo il presidente della Camera che continua: *"un ministro deve rispettare tutti gli italiani, quale che sia il loro luogo di provenienza, il Nord o il Sud..." *.
Che caos hai creato caro onorevole!
Se non ricordo male (e correggetemi se sbaglio), quando i ministri si insediano fanno giuramento all’Italia e alla bandiera italiana.
C’è chi in aula cerca di difenderlo, come il ministro Cota che cerca di dire che Bossi si è espresso male, e poi la Mussolini che fa partire l’Inno in aula e le spengono il microfono così anche il Fini apre uno spiraglio a Bossi dicendogli che sicuramente nei giorni prossimi spiegherà il suo pensiero.
E per fortuna che Bossi è il ministro delle Riforme è colui a cui è affidata la riforma della Costituzione, ma come si fa?
Ma la saga non sarà una messa in scena per far passare inosservato il voto di oggi alla Camera?
Oggi alla Camera si metteva la fiducia sulla Finanziaria: ricordate che durante la campagna elettorale parlavano di sicurezza? La finanziaria è tutto fuorché legata alla sicurezza dei cittadini.
Come si fa a voler dare sicurezza ai cittadini e poi dimezzare, tagliare i fondi alle forze dell’ordine? E allo stesso tempo il governo non è in grado di far sentire sicuri i cittadini grazie anche ai continui attacchi di Bossi.
Bossi, comunque, replica a Fini in maniera davvero orribile che getta ancor più fango sull’onore dell’Italia: “Era meglio se non parlava”. Cerca di spiegare il perché del suo gesto dicendo che non è un Inno democratico, dove, dice, i bambini si chiamano Balilla, e che preferisce la canzone del Piave.
Ricordiamo che la “Canzone del Piave” parla della Prima Guerra Mondiale e di circa 84.000 soldati italiani morti. I soldati avanzarono solamente perché dietro a loro i Carabinieri li tenevano sotto tiro e sparavano a chiunque si voltasse per scappare.
Bella canzone, vero?
Quanto dovremmo ancora aspettare per veder condannare Bossi per ciò che ha fatto e di cui non si è assolutamente pentito?
Altra mancanza come ministro: dovrebbe partecipare alla festa della Repubblica, lui no non l’ha fatto.
Chiudo così, anche se ce ne sarebbero di cose da dire.
Oggi è nuovamente a Roma, come Ministro e nuovamente attacca la bandiera e l’Inno. Anzi quasi ci sputa sopra: alza il medio quando viene suonato. Ancora oggi, è un reato offendere la bandiera, sì lui dovrebbe stare dietro alle sbarre, invece, ce lo ritroviamo a fare il ministro, con che faccia tosta questo si permette di sputare nello stesso piatto in cui mangia? Insomma Roma ladrona, ma lo stipendio (lauto) che ti passa Roma te lo porti a casa. Perché quei soldi non li lasci a Roma, caro Bossi, e non ti fai pagare dai tuoi Leghisti del nord?
E poi l’ultimissima: l’Inno al Bossi non piace più, forse troppo sudista???
O forse troppi insegnati sudisti? Ma la guerra tra Nord e Sud (Guerra di Secessione 1861/1865) non è avvenuta qualche secolo fa in America?
O forse, come succede spesso al premier, è stato frainteso? Stava solo cercando di infilarsi le dita nel naso….
Ma la verità è che Bossi NON HA RISPETTO PER L’ITALIA E PER GLI ITALIANI
Anche AN e il Pli, naturalmente sollecitati dall’opposizione, hanno dovuto ammettere che il medio alzato di Bossi durante il nostro Inno, e gli insulti agli insegnanti meridionali sono TROPPO.
TROPPO anche per uno come lui.
Fini gli ha ricordato gli obblighi istituzionali che un ministro deve rispettare e quindi anche Bossi li deve rispettare. Fini continua: *"Giù le mani dall'unità nazionale". Il presidente della Camera usa parole nette. "Non ho difficoltà a dire - prende la parola Fini in un'aula rumoreggiante e dopo che Castagnetti (Pd) e Bocchino (Pdl) avevano già criticato e messo in mora il comportamento di Bossi - che quando si agisce in nome della Repubblica, nessuno, men che meno un ministro può permettersi di offendere il sentimento nazionale di cui anche l'inno fa parte".
*[pezzo preso da La Repubblica].
E bravo il presidente della Camera che continua: *"un ministro deve rispettare tutti gli italiani, quale che sia il loro luogo di provenienza, il Nord o il Sud..." *.
Che caos hai creato caro onorevole!
Se non ricordo male (e correggetemi se sbaglio), quando i ministri si insediano fanno giuramento all’Italia e alla bandiera italiana.
C’è chi in aula cerca di difenderlo, come il ministro Cota che cerca di dire che Bossi si è espresso male, e poi la Mussolini che fa partire l’Inno in aula e le spengono il microfono così anche il Fini apre uno spiraglio a Bossi dicendogli che sicuramente nei giorni prossimi spiegherà il suo pensiero.
E per fortuna che Bossi è il ministro delle Riforme è colui a cui è affidata la riforma della Costituzione, ma come si fa?
Ma la saga non sarà una messa in scena per far passare inosservato il voto di oggi alla Camera?
Oggi alla Camera si metteva la fiducia sulla Finanziaria: ricordate che durante la campagna elettorale parlavano di sicurezza? La finanziaria è tutto fuorché legata alla sicurezza dei cittadini.
Come si fa a voler dare sicurezza ai cittadini e poi dimezzare, tagliare i fondi alle forze dell’ordine? E allo stesso tempo il governo non è in grado di far sentire sicuri i cittadini grazie anche ai continui attacchi di Bossi.
Bossi, comunque, replica a Fini in maniera davvero orribile che getta ancor più fango sull’onore dell’Italia: “Era meglio se non parlava”. Cerca di spiegare il perché del suo gesto dicendo che non è un Inno democratico, dove, dice, i bambini si chiamano Balilla, e che preferisce la canzone del Piave.
Ricordiamo che la “Canzone del Piave” parla della Prima Guerra Mondiale e di circa 84.000 soldati italiani morti. I soldati avanzarono solamente perché dietro a loro i Carabinieri li tenevano sotto tiro e sparavano a chiunque si voltasse per scappare.
Bella canzone, vero?
Quanto dovremmo ancora aspettare per veder condannare Bossi per ciò che ha fatto e di cui non si è assolutamente pentito?
Altra mancanza come ministro: dovrebbe partecipare alla festa della Repubblica, lui no non l’ha fatto.
Chiudo così, anche se ce ne sarebbero di cose da dire.
Simone de Beauvoir
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