AD UN COMPAGNO


CIAO SANDRO!


Ecco il suo primo editoriale da direttore di "Liberazione" uscito il 22 novembre 1998, e ripubblicato oggi sullo stesso giornale.

LIBERARSI DAL PENSIERO UNICO

Cari lettori, qui comincia l’avventura come si usa dire. Da oggi, assumo la direzione politica di “Liberazione” mi piacciono le sfide, specie se difficili e controcorrente. E mi piace l’idea di concludere qui la mia esperienza professionale. Vi confesso un filo d’emozione, pure dopo tanti anni passati nei giornali, alla Tv, con editori pubblici o privati, tra battaglie di tutti i tipi. Battaglie tutte vissute da giornalista e da comunista, quale sono oggi e quale sono sempre stato da quel lontano (eppure vicinissimo) 1944 quando mi iscrissi al partito comunista e mi gettai nella Resistenza romana con l’ardore di un ginnasiale. Da allora, è cambiato quasi tutto: non per me, la voglia di cambiare il mondo e di fare giornali.
Molti continuano a chiedermi perché non faccio più il Tg3, ora che addirittura la sinistra è al governo, anzi ha la presidenza del Consiglio in prima persona. Se non lo faccio non è per mia scelta. La verità (scusate se parlo un po’ di me ma oggi, appunto, è una giornata un po’ speciale) è che mi è capitato più d’una volta di vivere una nuova esperienza giornalistica, fatta di vita e di fatti della realtà più che del chiacchiericcio del palazzo. E più d’una volta, quando magari eravamo, e mi sentivo, nel momento migliore, qualcuno mi ha detto: scendi dall’autobus, la corsa è finita. Ogni volta sono sceso e ho ricominciato.
Forse queste esperienze mi hanno temprato e mi consentono oggi di affrontare il tentativo più arduo: salvare questo giornale, rilanciarlo, farlo diventare uno strumento di liberazione dal pensiero unico. Il mondo dell’informazione è dominato da un conformismo, da una piattezza, da un’autocensura quali non s’erano mai viste. Basta guardare a come stanno oscurando il partito della Rifondazione comunista, da quando ha rotto con la maggioranza di governo ed è passato all’opposizione. Il nostro giornale sarà, io spero, un piccolo ariete per sfondare questo muro del silenzio che il potere tenta di erigere intorno a noi.
C’è in questa nuova impresa un pizzico di follia, lo so. Me lo hanno detto in tanti e, dunque, deve esserci qualcosa di vero. Ma non sono solo, anzi. Mi avvarrò di molti aiuti: del vostro, prima di tutti. Del partito, del quale questo giornale è espressione attiva. Della redazione. Del condirettore, Rina Gagliardi, cresciuta nell’esperienza di un giornale “corsaro” come “il manifesto”, e che lavorerà al mio fianco in piena sintonia di intenti: dal punto di vista della gerarchia di partito, è una mia superiore, visto che lei fa parte della direzione del partito e io sono solo una “recluta” del medesimo.
Cari lettori, amici e compagni, oggi per noi vuole essere anche un giorno di festa. Non so se ce la faremo a realizzare ciò che vorremmo, ma so che ce la metteremo tutta. Sì, proprio tutta. Dateci una mano: leggeteci, anche per criticarci, ma leggeteci. Un giornale, prima di tutto, è dei suoi lettori. Questo, almeno è ciò che io credo.

E poi vorrei lasciare in questo post anche alcune delle testimonianze, iniziando con le parole del nostro segretario Paolo Ferrero:
La scomparsa di Sandro Curzi rappresenta un grande lutto per il giornalismo italiano e un grandissimo dolore per il Prc.
Viene a mancare una personalità straordinaria per sensibilità, capacità, carisma. Un uomo che ha dedicato la propria esistenza al lavoro di giornalista della carta stampata e radiotelevisivo. Per tutta la vita con la stessa, volitiva energia che lo ha visto sempre protagonista come operatore dell’informazione e direttore di testate, sino all’impegno come consigliere di amministrazione della Rai. Sempre realizzando la passione incontenibile per l’informazione e il giornalismo insieme a accanto a quella di militante comunista, traendone intelligenza e capacità critica.
Consideriamo un grande privilegio aver potuto lavorare insieme a lui, al suo amore per il giornalismo e al suo impegno politico, sia nella qualità di direttore che ha dato forza e valore a Liberazione, sia nella qualità di appassionato militante del partito. Alla vedova e ai famigliari esprimo il cordoglio profondo e l’abbraccio pieno d’affetto mio personale e di tutto il Prc.

Gennaro Migliore
Ci sono compagni la cui semplice presenza ti rende più sicuro. Sandro Curzi era uno di questi. Ho sempre avvertito la sua come una testimonianza evidente di una grande storia di lotte per la libertà e la democrazia. Sandro sapeva come non far pesare tale storia, in primo luogo grazie alla carica umana che trasmetteva in ogni sua relazione. Sapeva costruire piani di incontro paritari, soprattutto con i compagni più giovani. Era un maestro senza pedagogismi, poiché preferiva affascinare l’interlocutore piuttosto che imporre il suo punto di vista.
Era un maestro di giornalismo, un comunista, un uomo della sinistra aperto alla società, di cui sapeva sempre cogliere gli umori e le passioni più vive.
Era un combattente, indomito. Le sue battaglie mi hanno sempre fatto sentire orgoglioso di essere dalla sua stessa parte.
A Bruna, ai suoi più vicini più cari va l’affetto e la riconoscenza per aver potuto condividere un pezzo di vita vicino al “direttore”.
Ciao Sandro, ti sia lieve la terra.

Franco Giordano
Apprendo la notizia della morte del compagno Sandro Curzi.
”LiberazioNet” si unisce al dolore per la perdita di una voce importante della democrazia italiana. Addio ”Direttore”!
Con Sandro ci lascia uno dei giornalisti e militanti che hanno fatto la storia della sinistra in questo paese e un pezzo importante del movimento comunista. Forse nessuno è stato come lui capace di cogliere le trasformazioni introdotte dalla modernità e di interpretare l’esigenza di adeguare i linguaggi ma anche il bagaglio teorico della sinistra ai nuovi tempi. Ma Sandro è stato anche un comunista laico, mai ideologico o legato alle ragioni sterili dell’identità fine a se stesso. Un maestro per tutti noi.
Ma per me Sandro Curzi è stato anche e soprattutto un amico carissimo, caloroso, umano come pochi. Mi mancherà moltissimo.
Ciao Sandro.

Lella e Fausto Bertinotti
Sandro Curzi ci ha lasciati.Veniva dalla Resistenza. E’ stato un comunista romano e in questo mondo, grande e popolare, ha vissuto intensamente. Questo mondo ha interpretato con una scelta di vita con la quale ha attraversato, da protagonista, il lungo e tormentato dopoguerra italiano. E’ stato un uomo di parte, un partigiano aperto al mondo e agli altri, curioso anche degli avversari. E’ stato un giornalista militante di lungo corso, ha attraversato esperienze vissute come tappe di un percorso aperto al futuro. Noi lo ricordiamo per vicinanza particolare come direttore della nostra "Liberazione", ma il paese lo ricorderà come servitore leale e coraggioso del servizio pubblico radiotelevisivo per il quale ha lavorato con la passione e l’intensità di sempre fino all’ultimo giorno. Lo abbiamo sentito sempre vicino, gli abbiamo voluto bene. Sandro Curzi ha combattuto la giusta battaglia, ora che la sua affascinante storia è conclusa gli sia lieve la terra. A Bruna, la sua compagna di vita, alla sua cara figlia Candida, un abbraccio forte degli amici

Nichi Vendola
Caro Sandro,
non potrò mai dimenticare le tue straordinarie lezioni di giornalismo, la tua passione civile e il tuo amore per la vita. E’ stato un grande privilegio averti conosciuto.

Giovanni Russo Spena
Sandro mi è stato maestro di giornalismo e di politica; sopra tutto abbiamo avuto un rapporto affettuoso e leale. Amava la radicalità della nostra generazione sessantottina; si riconosceva nelle nostre idealità; ma si ricordava sempre di non trascurare il rapporto di massa ed il rispetto pluralista delle opinioni avverse. E’ stata la nostra insostituibile memoria storica. Ci manca; più che mai ne avremmo avuto bisogno, nella crisi di sistema che si è aperta.

Ed anch'io lo ringrazio di averci regalato degli articoli splendidi, un giornale brillante.
Ciao Sandro, ti sia lieve la terra



Simone de Beauvoir


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