IN RICORDO DEL 14 FEBBRAIO 1984 - DECRETO DI ABROGAZIONE DELLA SCALA MOBILE DA PARTE DEL GOVERNO DI BETTINO CRAXI E DI GIULIANO AMATO

IN RICORDO DEL 14 FEBBRAIO 1984 - La peggiore disfatta del mondo del lavoro


Giù dalla scala mobile: san Valentino? no, san Bettino


di Fabrizio Melodia, l'Astrofilosofo





Data infausta per lavoratori e lavoratrici. Con la fine della scala mobile la negoziazione sindacale manca uno dei principali obiettivi.


Tutto inizia nel 1975, quando la scala mobile (indennità di contingenza) – applicata fino ad allora al solo settore bancario – venne unificata agli altri settori con un accordo stipulato tra la Confindustria e le tre maggiori organizzazioni sindacali: Cgil, Cisl e Uil. I salari recuperavano così il potere d’acquisto andato perduto a causa dell’inflazione galoppante, conseguenza – fra l’altro – dell’aumento del debito pubblico.



La scala mobile veniva calcolata seguendo l’andamento variabile dei prezzi di beni di consumo, generalmente di larga diffusione, costituenti un paniere. Una commissione aveva il compito di determinare ogni tre mesi le variazioni del costo della vita utilizzando come indice di riferimento le variazioni dei prezzi di tali beni (Ipc, indice dei prezzi al consumo).


Accertata e resa uguale su base 100 la somma mensile necessaria per la famiglia-tipo, in riferimento a un dato periodo per l’acquisto dei prodotti del paniere, le successive variazioni percentuali dei prezzi dei beni di consumo divenivano i punti di variazione dell’indice stesso del costo della vita (dati Istat) a cui i salari venivano direttamente adeguati.


La scala mobile, estesa a tutte le categorie, prevedeva il divieto di corrispondere, nei diversi settori, trattamenti retributivi di scala mobile più favorevoli rispetto a quelli previsti dall’accordo per il settore industriale (abolizione della «scala mobile anomala») sancito dal decreto legge 1º febbraio 1977 (numero 12) sulle norme per l’applicazione dell’indennità di contingenza.


Tale misura resistette fra mille rimaneggiamenti sino al 14 febbraio 1984, quando un decreto del governo di Bettino Craxi – allora segretario del Psi, Partito socialista italiano – e di Giuliano Amato, tagliò 4 punti percentuale della scala mobile, convertendo un accordo delle associazioni imprenditoriali con Cisl e Uil. Al decreto fece seguito la conversione nella legge 219 del 12 giugno 1984.


Immediatamente vi furono proteste in molti luoghi di lavoro, sorrette dall’allora Pci guidato da Enrico Berlinguer. L’apparato del Pci si mosse subito, raccogliendo in breve tempo le firme necessarie per indire un referendum abrogativo – che si sarebbe poi tenuto il 9 e 10 giugno 1985 – della norma che comportava il taglio di 4 punti della scala mobile, voluta dal governo Craxi.


Con un’affluenza alle urne del 77,9%, il risultato fu il seguente:


45,7% di sì all’abrogazione della norma e

54,3% di no all’abrogazione


e dunque il decreto rimase.


La scala mobile cessò di esistere il 1 gennaio 1992, mentre il 31 luglio 1992 si era introdotto (con un protocollo d’intesa) un provvedimento, l’ Edr – cioè Elemento distinto della retribuzione – ovvero una piccola somma mensile erogata per tredici mensilità, per tutti i lavoratori del settore privato, senza distinzione di qualifica (a eccezione dei dirigenti) o di contratto collettivo applicato. Il cosiddetto Edr si applica nella determinazione di alcuni emolumenti quali: tredicesima, ferie godute, permessi retribuiti, Tfr (trattamento di fine rapporto), preavviso, indennità conto istituti previdenziali (malattia, maternità, infortunio). È invece escluso al fine della determinazione di: quattordicesima, premio di produzione, lavoro straordinario, festività non godute, festività cadenti di domenica, maggiorazione turnisti, diarie. Un buffetto sulla guancia e poco più.


Soprattutto – è l’opinione di molti – il sindacato non seppe (o non volle) combattere il vero e concreto problema dell’aumento vertiginoso del debito pubblico. Un aumento dovuto in gran parte all’attività speculativa degli organi privati bancari, che in questo modo consolidavano il loro dominio nelle aree più influenti della democrazia italiana, istituendo di fatto un sistema plutocratico, dove il debitore (lo Stato) poteva essere tenuto con il cappio alla gola proprio in virtù dei debiti contratti. Oltre a questo, la corruzione dilagante e le crescenti infiltrazioni mafiose, le minori entrate fiscali (dovute in parte all’evasione e dall’altro lato alle eccessive spese pubbliche) indebolivano la struttura statale.



Per tornare alla scala mobile e al referendum perduto, secondo molte testimonianze (che ho raccolto per scrivere questa «scor-data») all’epoca fra i lavoratori e le lavoratrici non c’era chiarezza sull’importanza – materiale ma anche simbolica – della partita in gioco. Molti credettero alle promesse di Bettino Craxi che si era detto fortemente impegnato a sopperire alla mancanza della scala mobile con opportuni provvedimenti, confluiti poi (come si è detto) nel protocollo d’intesa dell’ Edr, che fra l’altro istituiva una netta discriminazione, visto che non vale per i dirigenti e per altre tre categorie (i giornalisti, i magistrati e i politici).


Dagli anni 2000, l’indennità di contingenza è confluita in un’unica voce retributiva, insieme al salario base previsto dai contratti nazionali per ogni livello di inquadramento. L’indennità è aggiornata, come minimo, a cadenza annuale. Invece, la scala mobile – aggiornata ogni mese con l’inflazione corrente – è rimasta invariata per alcune categorie (politici, magistrati, giornalisti) con reddito maggiore di 5 volte la pensione sociale Inps.


Quel san Valentino 1984 faceva presagire un periodo storico in cui la Destra tornava a guidare l’Italia come poi si sarebbe chiarito con la scesa in campo del Cavaliere dai Mille Sorrisi, Silvio Berlusconi che qualcuno su questo blog preferisce chiamare il signor P2-1816. Ma questo naturalmente è un altro discorso.


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